Recita per Mariani by Maria Masella

Recita per Mariani by Maria Masella

autore:Maria Masella [Masella, Maria]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788875637422
editore: Fratelli Frilli Editori
pubblicato: 2015-04-01T16:00:00+00:00


CAPITOLO 11

Domenica mattina -13

Mattia Priaro ha accettato senza stupore la presenza di un’estranea. Sospetto che Nando gli abbia parlato di mia moglie in precedenza, o che l’abbia fatto in questa occasione.

Saliamo con la mia auto. Ma sta guidando Francesca, perché, come ha chiarito, vuole “sentire la strada”.

Io le sono accanto, Mattia è seduto dietro.

Salendo indico a Francesca la piazzola con cartellone e cespugli. La porta dell’orto è nascosta.

Continuiamo a salire, pendenza discreta che costringe a scalare marcia incrociando le altre auto che scendono.

Bella domenica di primavera, è un gran viavai. Scampagnate, gite fuori porta… Anche comunioni e matrimoni che affolleranno le trattorie in collina dove c’è posto per far giocare i bambini.

Accostiamo dal cancello principale: tolgo i sigilli.

Non entriamo in casa, ma passiamo direttamente nel giardino.

Mi rivolgo a Mattia: – Ora scendiamo fino alla porta dell’orto e provi a rifare quello che hai fatto giovedì pomeriggio. Il più possibile naturale. Io ti sto dietro.

Usciamo. Controllo l’ora. Apre la porta, comincia a salire. è veloce perché sa dove mettere i piedi ed è giovane e agile. Arrivato davanti al capanno tocca la porta per simulare il gesto di chiuderla. Subito si ferma e mi guarda.

– Cosa c’è?

– Non era proprio aperta, soltanto accostata. Così l’ho aperta e ho dato un’occhiata dentro che non ci fosse nascosto qualcuno.

– Perché?

– Non so. Forse la Vespa. Poi era qui che si erano nascosti…

– I ragazzi con le canne?

– Ragazzi e ragazze. Non fumavano soltanto. La signora aveva trovato i preservativi.

E continuava a non curarsi di chiudere gli accessi alla sua proprietà! Ma non sarà Mattia a darmi una spiegazione, se c’è, di questa insensatezza. – Così ti sei fermato a guardare.

– Non c’era nessuno. E sono salito alla casa.

– Allora sali.

Lo seguo. Arrivato a un metro circa dalla finestra funzionante, in linea con l’aiuola, si ferma e mi fa, senza girarsi: – Ero qui quando ho sentito grida e pianti. Ho continuato di corsa e mi sono anche inciampato – indica una beola smossa. – E lo sapevo che c’era. Mi sono ripreso e sono entrato. La finestra era socchiusa.

La finestra è socchiusa.

Mattia entra e lo seguo. Si avvicina al pavimento dove ci sono ancora i segni del sangue e quelli che abbiamo fatto noi. Si gira e corre fuori. Si ferma quando è all’altezza della beola smossa. – Mi sono inciampato di nuovo. E poi sono corso giù.

E’ così pallido che temo mi svenga, d’istinto gli poso una mano su un braccio. Si ritrae spaventato, forse ha visto troppi arresti alla tv. O nella vita reale.

– Tranquillo, non ti fa niente.

E insieme ci giriamo verso Francesca che sta uscendo dalla finestra funzionante. Soltanto in quel momento mi rendo conto che, quando sono arrivato con Mattia, lei non era dove l’avevamo lasciata.

– Quando ho sentito che ha detto di aver inciampato mi sono spostata dietro la tenda, come se il rumore mi avesse avvisata.

Quindi l’assassino poteva essersi nascosto lì…

Incrocio lo sguardo di Francesca e lei fa segno di sì. Stiamo seguendo lo stesso pensiero: siamo una squadra.



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